Da
anni ormai internet è diventato quotidianità per la grande
maggioranza dei cittadini, cambiando radicalmente il nostro approccio
alla sfera politica.
Un
aspetto significativo dell’informazione attuale si concretizza nel
venir meno dell'autorevolezza dei media tradizionali,come giornali e
telegiornali, acquisita piuttosto dai social che utilizzano un mezzo
più immediato per apprendere notizie. Però se da un lato questo
può sembrare una cosa positiva in quanto una notizia si diffonde in
modo più immediato, da un altro questa immediatezza porta ad
escludere l'aspetto teorico e il dibattito, fondamentali nel mondo
politico.
Questo
potrebbe portare certo ad una pluralizzazione dei punti di vista ma
in realtà i meccanismi della rete non fanno altro che produrre una
omologazione intorno al pensiero che ha maggiore seguito.
Il
web può diventare anche strumento diretto di democrazia, con
l’evote. Utilizzato per la prima volta in una regione del Brasile
per raccogliere il parere degli elettori in materia economica, e in
Estonia come nuovo sistema di consultazione elettorale, l’evote
solleva una serie di interrogativi. Il monitoraggio dei risultati ha
mostrato che solo il 7% in più degli elettori tradizionalmente
coinvolti ha partecipato. Costoro erano persone che avevano
dimestichezza con l' informatica e non erano in realtà molto
interessati alla politica; quindi tra social e politica non c'è
sempre concordanza.
Secondo
il mio pensiero ci sono vie praticabili di utilizzo dei social in
politica, ma con la giusta moderazione del dibattito, che spesso
raggiunge toni poco civili, disciplinando gli interventi e senza
abbandonare i tradizionali sistemi di informazione.
Francesca
Viscolo IVB
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