venerdì 1 febbraio 2019

E-DEMOCRACY: FREGATURA O VANTAGGIO? di Federica Concilio


Con l’avvento della diffusione mediatica della politica, la democrazia è diventata e-democracy (democrazia online) con lo scopo di far arrivare in tempo reale le notizie politiche ad una cerchia più ampia di persone rispetto al metodo di diffusione tradizionale, che prevedeva la funzione mediatrice di un giornalista intento a carpire ogni parola del politico.
La vita politica del Paese può migliorare o peggiorare attraverso l’uso dei social?
Sono molti e discordi i pareri al riguardo. Analizziamo dunque i pregi e i difetti della e-democracy.
Uno dei vantaggi è rappresentato dalla possibilità per il cittadino di essere interlocutore attivo nel dibattito, attraverso la partecipazione democratica e diretta online. Migliaia di cittadini infatti, condividono idee e soluzioni, attraverso sistemi operativi, per creare un Paese migliore. Si condividono e si discutono temi che riguardano il nostro futuro, dalla giustizia alle tasse, dalla sicurezza al lavoro, attraverso l’espressione di un parere partecipato. Una forza politica che si presenta ad elezioni nazionali con soluzioni scelte direttamente dai cittadini, permette di rispondere alle esigenze delle persone comuni, contrapponendosi ai soliti programmi politici condivisi da poche persone sedute ai tavoli del potere economico. Nonostante gli evidenti vantaggi, nel 2012, in Brasile, vi è stata una votazione con il fine di valutare l’incremento dei votanti rispetto alle votazioni tradizionali. In effetti questo incremento c’è stato, ma ha registrato solo il 7% in più di votanti, dimostrando una lieve e ininfluente variazione, tenendo anche conto del fatto che i votanti in più erano giovani, non interessati all’esito della votazione e che non si sarebbero pronunciati se questa non fosse avvenuta online.
Il difetto sostanziale della politica su internet è l’aumento dell’aspetto materiale della diffusione mediatica che utilizza una certa superficialità del dibattito e una minore concretezza del tema, con lo scopo di colpire, anche solo con un titolo, l’utente nei suoi bisogni, lasciando dietro l’aspetto teorico del dibattito. Infatti i social tendono a velocizzare le informazioni tralasciando talvolta la veridicità delle notizie. A questo punto poi prendono piede le fake news, che mettono in primo piano la notizia senza pesare la loro attendibilità. Il fenomento della post verità prevede che la notizia sia lanciata sul web, poi diffusa a tappeto, infine verificata ed eventualmente smentita. Sarebbe interessante studiare questo singolare e pervasivo fenomeno, rilevatore di un’operazione, più consapevole e finalizzata di quanto si possa immaginare, volta a abituare l’opinione pubblica a reazioni istintive ed emotive. Attraverso i titoli ad effetto infatti, il cittadino si fa prendere dall’aspetto sentimentale e personale.
A questo punto io credo che la e-democracy sia una buonissima cosa se usata correttamente. Infatti il fatto che vengano coinvolte molte più persone è una cosa positiva. Il limite del dibattito su rete è costituito dalla difficoltà diffusa di mantenere un rispettoso equilibrio in presenza di pensieri discordi. Ma questo non accade, anzi, si assiste spesso alla censura di commenti scomodi che vanificano il diritto di parola e pensiero sancito dalla Costituzione.
CONCILIO FEDERICA IVB

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