Con l’avvento della
diffusione mediatica della politica, la democrazia è diventata
e-democracy (democrazia online) con lo scopo di far arrivare in tempo
reale le notizie politiche ad una cerchia più ampia di persone
rispetto al metodo di diffusione tradizionale, che prevedeva la
funzione mediatrice di un giornalista intento a carpire ogni parola
del politico.
La
vita politica del Paese può migliorare o peggiorare attraverso
l’uso dei social?
Sono molti e discordi i pareri
al riguardo. Analizziamo dunque i pregi e i difetti della
e-democracy.
Uno dei vantaggi è
rappresentato dalla possibilità per il cittadino di essere
interlocutore attivo nel dibattito, attraverso la partecipazione
democratica e diretta online. Migliaia di cittadini infatti,
condividono idee e soluzioni, attraverso sistemi operativi, per
creare un Paese migliore. Si condividono e si discutono temi che
riguardano il nostro futuro, dalla giustizia alle tasse, dalla
sicurezza al lavoro, attraverso l’espressione di un parere
partecipato. Una forza politica che si presenta ad elezioni nazionali
con soluzioni scelte direttamente dai cittadini, permette di
rispondere alle esigenze delle persone comuni, contrapponendosi ai
soliti programmi politici condivisi da poche persone sedute ai tavoli
del potere economico. Nonostante gli evidenti vantaggi, nel 2012, in
Brasile, vi è stata una votazione con il fine di valutare
l’incremento dei votanti rispetto alle votazioni tradizionali. In
effetti questo incremento c’è stato, ma ha registrato solo il 7%
in più di votanti, dimostrando una lieve e ininfluente variazione,
tenendo anche conto del fatto che i votanti in più erano giovani,
non interessati all’esito della votazione e che non si sarebbero
pronunciati se questa non fosse avvenuta online.
Il difetto sostanziale della
politica su internet è l’aumento dell’aspetto materiale della
diffusione mediatica che utilizza una certa superficialità del
dibattito e una minore concretezza del tema, con lo scopo di colpire,
anche solo con un titolo, l’utente nei suoi bisogni, lasciando
dietro l’aspetto teorico del dibattito. Infatti i social tendono a
velocizzare le informazioni tralasciando talvolta la veridicità
delle notizie. A questo punto poi prendono piede le fake news, che
mettono in primo piano la notizia senza pesare la loro attendibilità.
Il fenomento della post verità prevede che la notizia sia lanciata
sul web, poi diffusa a tappeto, infine verificata ed eventualmente
smentita. Sarebbe interessante studiare questo singolare e pervasivo
fenomeno, rilevatore di un’operazione, più consapevole e
finalizzata di quanto si possa immaginare, volta a abituare
l’opinione pubblica a reazioni istintive ed emotive. Attraverso i
titoli ad effetto infatti, il cittadino si fa prendere dall’aspetto
sentimentale e personale.
A questo punto io credo che la
e-democracy sia una buonissima cosa se usata correttamente. Infatti
il fatto che vengano coinvolte molte più persone è una cosa
positiva. Il limite del dibattito su rete è costituito dalla
difficoltà diffusa di mantenere un rispettoso equilibrio in presenza
di pensieri discordi. Ma questo non accade, anzi, si assiste spesso
alla censura di commenti scomodi che vanificano il diritto di parola
e pensiero sancito dalla Costituzione.
CONCILIO FEDERICA IVB
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